Quando il caffè diventa "verde"

Julius Meinl, storica torrefazione austriaca che in Italia ha una sede produttiva a Vicenza, ha pubblicato il suo secondo Bilancio di Sostenibilità, uno strumento per raccontare come l’azienda sta portando avanti il suo impegno nella lotta al cambiamento climatico.

Il documento descrive in dettaglio gli obiettivi di sostenibilità per il futuro, tra i quali: lo sviluppo di linee guida per l’acquisto di caffè verde sostenibile nel 2022 e l’inserimento di capsule realizzate con il 100% di materiale biodegradabile nella gamma dei propri prodotti. In tale ambito, Julius Meinl ha investito in una solida analisi scientifica dell'intera catena del valore del caffè, esaminando le risorse, la coltivazione e la raccolta, il trasporto, la produzione, la distribuzione e lo smaltimento, contribuendo a sviluppare una strategia di collaborazione a lungo termine con gli stakeholder.

A proposito della valutazione dell'impatto ambientale lungo l'intera catena del valore del caffè - dalla piantagione alla tazza - Julius Meinl ha compiuto diversi passi avanti nell'approvvigionamento globale di tazze e coperchi compostabili per caffè da asporto in bagassa (materiale ottenuto dalla lavorazione della canna da zucchero). Di fatto, dal 2020 l’azienda ha deciso di abbandonare la produzione di capsule in polietilene a favore di quelle compostabili realizzate con fibre naturali, eliminando ogni anno, progressivamente, dalla propria produzione 1 milione di tazze e 20 milioni di capsule non riciclabili.

Queste iniziative fanno parte della missione di Julius Meinl che, da oltre 160 anni, promuove la sostenibilità dei propri prodotti, diventata ormai un valore imprescindibile. A tale proposito, per rafforzare ulteriormente il proprio approccio “green”, l’azienda ha recentemente nominato il suo primo Global Sustainability Manager, creando un canale diretto tra il top management e i dipendenti per potersi confrontare sulle iniziative dell’azienda attraverso eventi live virtuali.