L’entrata in vigore della “plastic tax” viene rinviata dal primo luglio 2021 al primo gennaio 2022. È quanto previsto dall’articolo 14 dalla bozza del decreto “Sostegni bis” del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei Ministri nei prossimi giorni.
Si tratta dell’ennesimo rinvio di una tassa che, ritenuta fin da subito iniqua e fortemente criticata e osteggiata da tutta la filiera della plastica, sarebbe dovuta entrare in vigore a luglio 2020 e che dapprima era stata rimandata al primo gennaio 2021 dal Decreto Rilancio n. 34 del 2020 e poi ulteriormente rinviata di sei mesi poco prima dell’entrata in vigore. Sui diversi rinvii hanno influito le condizioni di difficoltà in cui vertono le imprese dei settori interessati dall’imposta, la cui situazione negli ultimi mesi è stata aggravata dall’imperversare della pandemia.
La plastic tax è una tassa del valore fisso di 0,45 centesimi di euro per ogni chilo di articoli monouso in plastica venduto e graverà principalmente sulle aziende produttrici di tali articoli, sui loro importatori e sugli acquirenti. L’imposta, prevista dalla Legge di Bilancio 2020, sarà applicata al consumo dei manufatti realizzati con materiale plastico aventi funzione di contenimento, protezione, manipolazione o consegna di merci ovvero prodotti alimentari (anche in forma di fogli, pellicole o strisce) che siano stati ideati e immessi sul mercato per un singolo impiego. Prodotti, dunque, che non siano progettati per essere riutilizzati o per compiere più trasferimenti durante il loro ciclo di vita e identificati con la sigla MACSI.