Le frontiere tecnologiche nel recupero dei rifiuti plastici

di Giampiero Zazzaro

Migliorare la situazione attuale dei rifiuti in plastica è diventata una vera sfida per l’intera società che, oltre all’ambiente politico-legislativo, coinvolge: costruttori di impianti, produttori di materie prime, riciclatori, trasformatori e consumatori.
Fortunatamente, grazie a una tecnologia sempre più all’avanguardia le possibilità per aumentare la riciclabilità delle materie plastiche sono enormi.
A proposito di questo tema, particolarmente sentito negli ultimi tempi, in occasione della fiera Ecomondo di Rimini (26-29 ottobre), la redazione di Packaging Speaks Green ha incontrato Alessandro Granziera, responsabile commerciale Italia di Tomra Recycling, per una breve intervista.
Tomra Recycling è una società norvegese specializzata nella raccolta, selezione a sensori e riciclo dei rifiuti, che continua a essere un pioniere del settore grazie al suo impegno a favore della sostenibilità.

Nell’ambito del proprio programma di sviluppo di soluzioni per la selezione dei materiali da riciclo, Tomra Recycling ha inaugurato a Parma, a settembre, un nuovo centro prove dedicato allo smistamento delle scaglie nel processo di recupero dei materiali plastici. Ci può illustrare a quali attività specifiche verrà destinata questa struttura?

La scelta di inaugurare la struttura di Parma, che si trova presso la nostra filiale italiana, rappresenta un tipico modus operandi di Tomra Recycling, cioè quello di investire sempre più nel settore della plastica, ovvero nella selezione del Flake. In particolare, abbiamo ritenuto necessario ampliare le possibilità di test per i nostri clienti, incrementando il numero di centri di riferimento per l’Europa (il principale si trova a Langenfeld, presso la sede tedesca di Tomra).
Nello specifico, per quanto riguarda il centro prove di Parma, abbiamo deciso di installare anche alcune unità per la selezione del Flake.

A proposito degli impianti dedicati alla selezione del Flake, nel nuovo centro di Parma sono stati installati i vostri sistemi Innosort Flake e Autosort Flake. Quali sono le loro caratteristiche tecnologiche di punta, anche in relazione ai materiali da trattare?

Autosort Flake e Innosort Flake sono due piattaforme dotate di tutti gli optional disponibili sul mercato, in maniera tale da poter effettuare test di qualsiasi tipologia. Di fatto, dal punto di vista dei polimeri è possibile trattare PET, poliolefine, quindi PE e PP, ma anche PS e PVC.
Questi due impianti permettono di lavorare su contaminazioni del materiale per polimero, per colore, per metallo, o su tutti questi aspetti contemporaneamente, e, allo stesso tempo, sono in grado di lavorare su concept che prevedono anche più di un passaggio. In particolare, alcune lavorazioni potrebbero richiedere un passaggio con una prima macchina di sgrossatura, e una lavorazione successiva con un’altra apparecchiatura, in modo da garantire che la qualità del materiale sia in linea con le richieste del cliente. Inoltre, tengo a precisare che è anche possibile partire da contaminazioni molto elevate del materiale.

Dal 3 al 6 maggio 2022 avrà luogo la prima edizione di GreenPlast. Ci può dire se vi siete già iscritti a questo evento e, secondo lei, che contributo possono offrire le tecnologie per la lavorazione di materie plastiche e gomma, e, in particolare, quelle per il riciclo, alla transizione ecologica?

Parteciperemo a GreenPlast, e saremo presenti attivamente. Diciamo che ogni appuntamento fieristico - naturalmente anche GreenPlast - per noi è importante perché possiamo incontrare clienti, discutere progetti, presentare le nostre innovazioni tecnologiche e creare una nuova rete di contatti.
Per quanto riguarda la transizione ecologica, la tecnologia di Tomra rappresenta il “cervello” degli impianti, sia nell’ambito della selezione sia in quello del riciclo. In entrambi i casi le soluzioni tecnologiche della nostra azienda prevedono il coinvolgimento di un gran numero di apparecchiature, ognuna con la sua specifica funzione.
Per quanto riguarda l’identificazione dei diversi componenti del rifiuto e la purificazione del materiale, la selezione ottica è stata, è, e sarà una delle tecnologie principali nell’ambito della selezione dei materiali e del riciclo.

In generale, ci può illustrare lo “stato di salute” del mercato del riciclo in Italia e nel mondo? Il settore sta risentendo dello shortage di materie plastiche o, per contro, il riciclo rappresenta una soluzione a questo problema?

In questo periodo, lo stato di salute del mercato del riciclo e della selezione, in generale, è decisamente buono. Naturalmente ci sono diversi market driver, alcuni dei quali legati ai costi del materiale. Altri sono legati a imposizioni legislative presenti, non solo in Italia, ma anche in varie parti del mondo.
In particolare, da circa un anno c’è anche una forte pressione da parte della società, che è sempre più attenta alla tutela dell’ambiente e ad aspetti che hanno un forte impatto emotivo, come per esempio la presenza della plastica negli oceani.
Questi temi, piuttosto scottanti, suscitano molto interesse verso tutte le tecnologie dedicate al recupero e alla valorizzazione della materia. A tale proposito, vorrei sottolineare che una pressione come questa, da parte della società, non si era mai vista prima.
La questione sociale fa sì che i brand owner, quindi i grandi consumatori delle materie plastiche, così come di carta e metallo, comincino a investire sempre di più nelle tecnologie del riciclo, anche per poter, appunto, garantire che il loro prodotto finito abbia una componente di materiale riciclato sempre maggiore.
Diciamo quindi che ci sono diverse spinte, in particolare legislative, che obbligano i produttori di imballaggi a recuperare una parte sempre più elevata del materiale utilizzato per il prodotto finito.
Inoltre, va considerato che, in futuro, una certa pressione dal punto di vista sociale potrà comportare l’ingresso di nuovi player nel mercato della selezione del riciclo.