Scelte alternative

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L’Italia è uno dei Paesi più virtuosi per quanto riguarda il riciclo. Di fatto, secondo il Rapporto di Sostenibilità di Conai, pubblicato a novembre, nel 2021 il riciclo e il recupero degli imballaggi ha generato un miliardo e 525 milioni di euro di benefici ambientali. Il presidente Conai Luca Ruini ha affermato:

Il riciclo permette di risparmiare non solo materia prima, ma anche energia primaria e CO2. L’Italia è già leader a livello europeo in questo settore dell’economia circolare: siamo il primo fra i grandi Paesi per riciclo pro capite degli imballaggi. E i risultati si vedono. Dobbiamo impegnarci sempre di più nel guardare alle nostre città come a vere e proprie miniere urbane che producono risorse, ma anche continuare a incentivare l’ecodesign, per far sì che il nostro tessuto imprenditoriale immetta sul mercato imballaggi sempre più sostenibili e facilmente riciclabili.

E la riciclabilità (per il 56%), assieme ad assenza di overpacking (58%) e alle ridotte quantità di plastica (47%) è tra le caratteristiche più importanti che per gli italiani dovrebbe avere il packaging di un prodotto alimentare, secondo l’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio Packaging del Largo Consumo curato da Nomisma. Considerando i materiali, il cartone risulta essere maggiormente percepito come sostenibile nelle bevande (59%). 

A titolo di esempio, è possibile osservare alcune scelte effettuate da parte di diverse aziende per andare incontro alle nuove esigenze dei consumatori. Tonitto 1939, azienda ligure di gelati, ha dichiarato che nel 2023 il 50% dei sorbetti sarà in cartoncino certificato Fsc (Forest Stewardship Council) con una riduzione del 75% delle emissioni di gas serra. Mentre i nuovi packaging degli ovoprodotti le Naturelle, brand di Gruppo Eurovo, saranno privi di alluminio, CarbonNeutral e realizzati per il 73% con materiali da fonti rinnovabili, che permettono di compensare ogni anno 750 tonnellate di CO2. Natura Nuova, tra le prime in Italia a lanciare brik e confezioni ecosostenibili e certificati Fsc, nel 2022 ha cambiato anche gli imballi secondari, permettendo una riduzione del 30% di cartone utilizzato.

Tuttavia, spesso da sola la carta non basta. L’evoluzione della tecnologia consente oggi composizioni (anche temporanee) con altri materiali che mantengano la promessa della sostenibilità, anche nella fase di raccolta differenziata e riciclo. Non a caso, secondo Comieco, nel 2022 l’immesso al consumo degli imballaggi cosiddetti “compositi” ha registrato un incremento di circa il 25%, il più alto tra le tipologie di packaging cellulosici. Anche per questi imballaggi, la certificazione di riciclabilità diventa un prezioso alleato per le imprese in ottica “green” e per questo è sempre più frequente il ricorso al sistema di valutazione Aticelca 501/2019, che li classifica in base a specifici test di laboratorio.

 

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