di Giampiero Zazzaro
Un team internazionale di esperti, guidato da ricercatori dell'Istituto di Orticoltura Subtropicale e Mediterranea La Mayora (IHSM-CSIC-UMA), a Malaga, e dell'Istituto di Scienze dei Materiali di Siviglia (ICMS-CSIC-US), che ha coinvolto anche ricercatori dell'Istituto Italiano di Tecnologia e dell'Università Politecnica delle Marche, ha sviluppato resine di polpa di pomodoro per rivestire l'interno di contenitori metallici per alimenti e barattoli di conserve e bevande. Nello specifico, i residui del pomodoro derivanti da gazpachos, salse o succhi, costituiti da semi, bucce e piccoli resti di rami, sono stati utilizzati per creare una resina a base biologica impermeabile, in grado di aderire al metallo e garantire proprietà anticorrosive rispetto al sale e ai liquidi.
Alejandro Heredia, ricercatore dell'Istituto di Orticoltura Subtropicale e Mediterranea La Mayora, ha dichiarato:
Partendo da un residuo, otteniamo una materia prima ecologica e sostenibile, con un basso impatto ambientale, poiché riduciamo i rifiuti e allo stesso tempo minimizziamo l'estrazione di risorse fossili per la produzione di questi stessi contenitori.
Attualmente, l'acciaio e l'alluminio sono i principali materiali utilizzati per la produzione di lattine e contenitori metallici, ma gli alimenti possono corrodere il metallo, contaminando così il cibo conservato. Per evitare che ciò accada, attualmente l'interno di questi contenitori viene ricoperto da uno strato molto sottile che protegge il metallo da questa corrosione, costituito da una resina adesiva epossidica, ovvero una materia plastica che contiene bisfenolo A, meglio noto come BPA. Si tratta di un composto chimico industriale che protegge gli alimenti, ma allo stesso tempo rilascia particelle che possono danneggiare la salute dell'uomo.
Proprio per ovviare a questo limite, è stato studiato un materiale a base vegetale che fosse in grado di sostituire il BPA. Gli esperti hanno così deciso di ricorrere alla sansa di pomodoro, lasciando essiccare i campioni di polpa sottoponendoli a un processo di idrolisi, cioè eliminando l'acqua residua e mantenendo il grasso vegetale. Una volta estratta, la parte grassa è stata mescolata con una percentuale minima di etanolo, un composto organico noto come alcol etilico. Il grado di sostenibilità del processo attuato è stato ritenuto positivo rispetto agli obiettivi di circolarità, risultando vantaggioso sia per l'ambiente sia per la salute dell’uomo.