L’industria globale delle bioplastiche esce rinvigorita dalla 16a conferenza di European Bioplastics (EuBP), svoltasi a Berlino e in streaming il 30 novembre e il 1° dicembre, durante la quale, secondo i dati raccolti in collaborazione con l’istituto tedesco nova-Institute, è emerso che la produzione è destinata a triplicare nei prossimi cinque anni.
La capacità produttiva mondiale di bioplastiche è destinata ad aumentare significativamente da circa 2,4 milioni di tonnellate nel 2021 a 7,5 milioni di tonnellate nel 2026. Il PBAT biodegradabile, la cui produzione sarà quasi quadruplicata, ma anche PBS e PA a base biologica sono indicati come i principali motori di questa crescita, a cui si aggiunge la crescente produzione di PLA, sostenuta da ulteriori investimenti nei siti di produzione in Asia, negli Stati Uniti e in Europa, e di poliolefine a base biologica. Le plastiche biodegradabili, tra cui PBAT, PLA e PBS, rappresentano attualmente poco più del 64% (1,5 milioni di tonnellate) della capacità produttiva globale di bioplastiche. Le plastiche a base biologica non biodegradabili, compresi PE, PET e PA, costituiscono quasi il 36% (800 mila tonnellate).
Il packaging rimane il campo di applicazione principale delle bioplastiche con quasi il 48% (1,2 milioni di tonnellate) del mercato totale nel 2021. I dati confermano anche che le bioplastiche sono già utilizzate in molti altri settori e la gamma di applicazioni continua a diversificarsi. Segmenti quali i beni di consumo, le fibre o i prodotti agricoli e orticoli continuano ad aumentare moderatamente la loro quota percentuale. In termini regionali, l'Asia ha ulteriormente rafforzato la sua posizione di importante polo produttivo, con una quota quasi del 50% di bioplastiche prodotte. Attualmente, quasi un quarto della capacità produttiva è ancora localizzata in Europa, sebbene la sua quota, così come quella di altre regioni del mondo, diminuirà significativamente entro i prossimi cinque anni. Al contrario, si prevede che l'Asia supererà il 70% entro il 2026.
Il suolo utilizzato per coltivare le materie prime rinnovabili per la produzione di bioplastiche è stimata in 700 mila ettari nel 2021 e continua a rappresentare solo poco più dello 0,01% della superficie agricola globale di 5 miliardi di ettari. Secondo le previsioni, nei prossimi cinque anni, la quota di suolo utilizzate per le bioplastiche aumenterà al di sotto dello 0,06%. Questa quota ancora ridotta in relazione alla superficie agricola disponibile indica che non vi è ancora concorrenza tra suolo consumato per la produzione di derrate alimentari e mangimi e quello utilizzato per la produzione di bioplastiche.