Fabiana Marchini, Head of Sustainability di Sanpellegrino, racconta la visione strategica e gli investimenti alla base di un approccio sistemico alla sostenibilità ambientale, sociale ed etica.
Di Maria Costanza Candi, Luciana Guidotti
Sanpellegrino, parte del Gruppo Nestlé, è arrivato alla Giornata della Terra 2021 raggiungendo obiettivi importanti per il pianeta: dalla riduzione del 60% di emissioni di CO2 nell’attività produttiva negli ultimi nove anni, all’investimento di ben 4 milioni di euro l’anno in biocarburanti (LNG) per la gestione della filiera logistica; dallo sviluppo di una serie di progetti di valorizzazione del materiale riciclato, alla cura di quello che in azienda chiamano il capitale naturale, ovvero l’ambiente e le comunità in cui Sanpellegrino opera.
Risultati imponenti, frutto di una strategia aziendale di lungo corso che ha previsto l’istituzione di un team dedicato, coordinato da Fabiana Marchini, Head of Sustainability, che racconta a ItaliaImballaggio la strategia con cui l’azienda si attesta come leader, non solo nel mondo beverage ma anche nelle politiche di sostenibilità, interna e verso i mercati dei 150 paesi in cui opera.
Da “nice to have” a “must have
Il valore della sostenibilità è ormai pienamente assunto dall’opinione pubblica: come definirebbe il rapporto tra la maggiore sensibilità del consumatore e il ruolo di innovazione svolto dai grandi player come la sua azienda?
La sensibilità ai temi ambientali è ciò che sostiene il nostro percorso di eco-sostenibilità, avviato molti anni fa. Si pensi che nel 2010 con Levissima siamo stati i primi in Italia a lanciare una bottiglia con il 25% di plastica PET riciclata (rPET); il consumatore non chiedeva ancora questo sforzo, ma per noi l’economia circolare era già un tema importante, attorno al quale disegnare quindi una strategia.
In estrema sintesi, tutto parte dalla sensibilità dell’azienda, con un’accelerazione imposta poi dal consumatore e dal legislatore… E la normativa, in questo senso, può essere vissuta come opportunità o limite. Ad esempio, fino a che non ci è stato consentito di accrescere le percentuali di materiale riciclato nella produzione delle bottiglie, non abbiamo potuto raggiungere un obiettivo in cui credevamo molto: incrementare l’uso di materiali riciclati a partire dalla plastica.
Con Levissima, siamo stati la prima azienda a lanciare bottiglie 100% rPET. Un primato che viene da lontano e che dimostra che credere in un approccio eco-sostenibile richiede la definizione di un percorso da sviluppare nel tempo.
La lungimiranza dell’approccio ci ha però consentito di non farci trovare impreparati alla rivoluzione culturale innescata da Greta Thunberg, che ha focalizzato l’attenzione generale sui temi ambientali, tanto da influenzare anche lo European Green Deal della Commissione, che prevede di arrivare alla neutralità climatica entro il 2050. La pandemia, poi, ha offerto un ulteriore spaccato di quanto la cura dell’ambiente abbia un peso nelle situazioni di emergenza sanitaria.
La sostenibilità non è quindi un nice to have ma un must, dove ognuno di noi gioca un ruolo essenziale, consumatori, aziende e istituzioni. È in questo contesto che si inserisce il nostro progetto di annullare le emissioni sui nostri 3 brand internazionali S.Pellegrino, Acqua Panna e bibite Sanpellegrino entro il 2022 in tutto il mondo e lungo tutta la filiera. Ci siamo impegnati a farlo rafforzando gli interventi nelle aree chiave del nostro business, ovvero packaging, produzione, logistica e capitale naturale.
Etichetta tra formazione e informazione
In un quadro dove le imprese svolgono un ruolo fondamentale di driver di innovazione, educare e informare correttamente i consumatori assume un valore etico, oltre che funzionale, nobilitando per certi versi il ruolo delle etichette.
L’etichetta è sicuramente un veicolo importante attraverso cui trasferire messaggi, sia in termini di prodotto che di sostenibilità. Per noi, ad esempio, parlare di plastica intesa come risorsa e non come rifiuto è essenziale. Al lancio del 100% rPET, infatti, sul fardello abbiamo scritto “Ricicliamo insieme”: un messaggio forte che è una call to action che coinvolge azienda e consumatori, perché la sostenibilità è un percorso che non si fa da soli, ma insieme.
Il consumatore oggi è molto autonomo nella ricerca di informazioni, con internet e la condivisione di opinioni sui social network. È quindi fondamentale comunicare correttamente, e non basta l’esposizione a scaffale: serve uno scarto ulteriore, azioni concrete che diano visibilità all’impegno complessivo.
Pensiamo alla logistica, fondamentale per la nostra filiera, che valorizza l’azione sostenibile e la migliora. Come? Nell’ottimizzare i carichi, nell’impiego di flotte più green, che alimentiamo a LNG, con emissioni largamente inferiori agli altri combustibili. Decidere di investire oltre 4 milioni di Euro all’anno nell’uso di biocarburanti per il trasporto via terra e mare, è un impegno molto importante che va a integrare le azioni sul packaging.
L’etichetta conterrà quindi anche queste informazioni, che spaziano dal 100% rPET al bisogno di un approccio virtuoso al riciclo, all’impegno comune.
Ripeto: la plastica non è un rifiuto ma una risorsa, che può dare vita a numerosi cicli produttivi e a nuovi oggetti. Serve quindi un racconto a tutto tondo, capace di evidenziare i molti aspetti che convergono nel percorso di sviluppo sostenibile.
Circolarità e sicurezza del prodotto: binomio possibile
Parlare di rPET, significa aprire uno spaccato sui concetti di sicurezza alimentare, su nuovi elementi di packaging design e di innovazione, sull’impatto globale dell’azione intrapresa, anche sulla logistica…
Il PET è uno dei materiali più virtuosi e duttili perché è leggerissimo. In Sanpellegrino, ci impegniamo in politiche di alleggerimento, con il pensiero alla sostenibilità ma anche al pieno rispetto degli standard di sicurezza e di qualità.
Puntiamo a bottiglie sostenibili “by design”, ad alte prestazioni, che garantiscano protezione e leggerezza, minor quantitativo di plastica, ma pieno rispetto delle caratteristiche del prodotto.
La nostra carbon neutrality, relativa ai tre brand internazionali, riguarda tutta la filiera e la gamma di prodotti distribuiti nei 150 paesi in cui esportiamo. Un impegno fondamentale e strategico, che ha coinvolto ogni aspetto dell’organizzazione e che stiamo concretizzando su tutti i fronti, basandoci su science based targets. Coinvolgiamo quindi la filiera dall’inizio alla fine, calcolando la footprint sotto ogni aspetto: un impegno “rotondo”, insomma, che non coinvolge solo l’immagine o quanto è percepito dal consumatori, ma ogni aspetto del percorso del prodotto.
Fare sostenibilità sul territorio e per il benessere
Sostenibilità del packaging e del prodotto: un principio che, oltre alla tutela dell’ambiente, si amplia al rispetto per il territorio, alla socialità e alla sicurezza alimentare, chiudendo un cerchio virtuoso. Qual è la vostra visione dei nuovi stili di vita e di consumo?
C’è una forte corrispondenza etica nel nostro modo di fare sostenibilità. Per Sanpellegrino significa prendersi cura del territorio in cui opera, dando valore alle comunità, con azioni legate alla tutela del patrimonio naturale, sviluppando piani che ci permettano di ottenere efficienza produttiva e risparmio energetico. Parliamo quindi di risparmio ibrido, di logistica eco-sostenibile, di progetti territoriali in partnership: tutti esempi di cosa significa fare sostenibilità attraverso la riduzione degli imballaggi o il percorso di innovazione con l’R&D, a favore del capitale naturale, che è la nostra ricchezza.
Sul fronte dei nuovi stili di vita, siamo attivi nel promuovere il rapporto tra salute e sostenibilità. Temi che si ricollegano all’educazione al riciclo, ad esempio, perché sebbene il consumatore stia evolvendo, per orientarsi ha bisogno di suggerimenti chiari circa le soluzioni possibili.
Con il programma Regeneration di Levissima, educhiamo al riciclo e alla raccolta differenziata, ma focalizziamo l’attenzione anche su altro. Penso all’area fitness Levissima del Parco Sempione a Milano, che abbiamo contribuito a recuperare e riqualificare, dove si coniugano istanze green e stile di vita sano, richiamando un aspetto essenziale legato al nostro prodotto “acqua”, cioè la corretta idratazione.
Tramite l’Osservatorio Sanpellegrino siamo impegnati anche in un programma articolato di promozione dei benefici di una corretta idratazione. Con “A scuola di Acqua”, insegniamo ai più piccoli l’importanza del bere sano e la necessità di riciclare il packaging, unendo così l’idea di un futuro sostenibile a stili di vita coerenti e salutari.
Tornando alla valorizzazione dei territori in cui operiamo, e al nostro impegno nella valorizzazione delle fonti e dell’acqua, lo scorso novembre abbiamo ottenuto la certificazione AWS (Alliance for Water Stewardship) che attesta la gestione sostenibile e condivisa della risorsa idrica e testimonia quanto ci impegniamo a fare, nell’ottica di una riduzione progressiva dell’acqua che usiamo. Il gruppo punta a certificare tutti gli stabilimenti entro il 2025. Una decisione che dimostra come riteniamo essenziale, amministrare l’acqua in modo responsabile.
Anche la biodiversità è per noi un’area di impegno; con Acqua Panna ad esempio, abbiamo avviato una collaborazione con Federparchi per valorizzare il territorio della Riserva Panna grazie al censimento della fauna e della flora presenti nelle zone in cui siamo operativi. Un impegno che attesta quanto abbiamo a cuore il capitale naturale che gestiamo, anche attraverso la creazione di un team straordinario, che ho il piacere di coordinare.
Un altro esempio che dimostra come l’approccio di Sanpellegrino sia sistemico; espressione di una visione che viene da lontano, nel rispetto dell’acqua, nel fare cose che anticipano le esigenze del consumatore, nello scegliere una logistica eco-sostenibile e leggera, nell’utilizzo di energia proveniente al 100% da fonti rinnovabili nei nostri stabilimenti, dove abbiamo un impatto fabbrica molto basso in termini di emissioni.