In audizione a Montecitorio CONFINDUSTRIA esprime condivisione per gli obiettivi di fondo della direttiva 2019/904/Ue che interverrà sugli articoli monouso in plastica; tuttavia, si lamenta un approccio troppo “punitivo” e poco incentivante.
Il 21 settembre la Vicepresidente per l'Ambiente, la Sostenibilità e la Cultura Maria Cristina Piovesana è intervenuta in Audizione a Montecitorio in merito allo Schema di decreto di recepimento della direttiva (UE) 2019/904, sulla riduzione dell'incidenza di determinati prodotti di plastica sull'ambiente, c.d. Direttiva “SUP (Single Use Plastics)”, per illustrare le valutazioni e proposte di Confindustria sul tema.
Condividiamo pienamente gli obiettivi di fondo della Direttiva Sup, ma il raggiungimento degli obiettivi di salvaguardia ambientale deve essere proporzionato ed effettuato attraverso misure coerenti ed efficaci nei confronti della problematica che si sta cercando di contrastare, evitando approcci inutilmente restrittivi e punitivi delle disposizioni comunitarie nei confronti dei prodotti monouso.
In questi giorni sono in corso presso la Commissione europea i lavori per la predisposizione dell’atto di esecuzione della Direttiva SUP sul metodo di calcolo degli obiettivi di riduzione dei prodotti in plastica monouso. Al riguardo, riteniamo fondamentale che il metodo sia incentrato sul quantitativo di plastica nei prodotti e non sui prodotti stessi.
A livello nazionale, proponiamo invece di dotarci come Paese di una strategia per le plastiche nell’economia circolare, che punti su obiettivi strategici per innovazione di processo ed ecodesign, prevenzione della produzione dei rifiuti, incremento della raccolta e riciclo e il compostaggio delle bioplastiche.
Al contempo, riteniamo fondamentale ribadire anche in questa sede la necessità di sopprimere la plastic tax, misura punitiva che non incide sui comportamenti e drena inutilmente risorse alle imprese per investimenti in economia circolare e riconversioni.
Non è stata invece recepita nello schema di decreto la nostra proposta che prevede la possibilità di immettere sul mercato plastica ottenuta da materia prima riciclata o prodotti in plastica destinati ad essere utilizzati in determinati ambienti confinati (ad esempio mense e ospedali), che auspichiamo possa essere tenuta in considerazione nell’espressione dei pareri da parte delle competenti Commissioni parlamentari perché si tratta di misure proporzionate in linea con l’economia circolare che puntano ad evitare la dispersione assicurando il riciclo dei prodotti a fine vita.
Nella previsione di regimi transitori sarà fondamentale un efficace “salva scorte”, cioè la possibilità di esaurire i prodotti non conformi alle nuove regole, sia per evitare ingenti danni economici alle imprese sia per scongiurare impatti ambientali negativi, che si verificherebbero se bruscamente diverse tipologie di prodotti divenissero rifiuti.
È fondamentale anche tenere conto dei tempi minimi oggettivamente necessari alle imprese per il reperimento sul mercato, la verifica di idoneità e il passaggio all’utilizzo di prodotti alternativi alla plastica monouso.
È inoltre importante che gli obiettivi di riduzione del consumo di plastica monouso siano stabiliti a livello centrale: è necessaria la regia dello Stato nella stipula degli accordi di programma in modo da assicurare un quadro uniforme su tutto il territorio nazionale.
Infine, per massimizzare l’efficacia della responsabilità estesa del produttore occorre continuare a prevedere un ruolo attivo dei Comuni per ridurre l’impatto dei rifiuti sull’ambiente, applicando la normativa vigente e sanzionando i comportamenti scorretti.