In un contesto di generale difficoltà, nel 2020, la riduzione dei consumi di materie plastiche è stata nel complesso contenuta, grazie alla consistente crescita del settore medicale e di quello della disinfezione e detergenza, al deciso rilancio degli alimenti confezionati e al recupero generalizzato nella seconda metà dell’anno. È quanto riferiscono i dati diffusi da Corepla sulla raccolta e sul recupero di imballaggi in plastica nel 2020, che risultano in crescita rispetto al 2019 nonostante le difficoltà conseguenti alla pandemia di Covid-19.
“I risultati di questo bilancio, a fronte di un periodo emergenziale senza precedenti, dimostrano i passi avanti che il nostro Paese ha compiuto nell’ambito della organizzazione di un sistema di raccolta e riciclo degli imballaggi in plastica capace anche di fronteggiare cambi di prospettiva imprevisti e repentini. Si è parallelamente diffusa una più spiccata sensibilità al corretto conferimento di questo tipo di rifiuti, che fa onore all’intera collettività nazionale. Non basta ovviamente. Siamo convinti che negli anni a venire, anche in funzione dei nuovi piani di rilancio e resilienza e di una politica economica sempre più improntata ai principi della transizione ecologica, sapremo offrire risposte adeguate agli ambiziosi target da conseguire. Noi siamo pronti a mettere a disposizione know-how, competenza ed esperienza perché i traguardi raggiunti oggi costituiscano solo il punto di partenza per gli obiettivi di domani”, ha dichiarato Giorgio Quagliuolo, presidente di Corepla.
Il quantitativo complessivo di imballaggi immessi al consumo sul territorio nazionale, per lo scorso anno, è stato stimato in 2198 kt, con una flessione di circa il 5% rispetto al 2019. In controtendenza a questo dato, la raccolta differenziata degli imballaggi in plastica è cresciuta anche nel 2020: la raccolta conferita ai centri di selezione, inclusiva di quella di competenza dei sistemi autonomi, è stata superiore a 1,4 milioni di tonnellate, con un aumento dell’4% rispetto al 2019. Un nuovo record in termini di quantità trattata, che porta l’Italia a un livello pro-capite medio annuo di 23,7 kg. A guidare la classifica Valle d’Aosta, Umbria e Sardegna, con oltre 32 kg per abitante. Da notare come i risultati della raccolta delle singole Regioni si stiano sempre più avvicinando al dato medio nazionale, superando gli enormi divari che sino a tre anni fa caratterizzavano la situazione italiana.
A fronte di oltre 1,9 milioni di tonnellate di imballaggi in plastica immesse sul mercato e di pertinenza Corepla nel 2020, il sistema Italia è riuscito a recuperarne più di 1,8 milioni, che corrisponde al 95%, un dato che porta l’Italia sul podio dei paesi europei più virtuosi. Lo scorso anno sono state riciclate 655393 tonnellate di rifiuti di imballaggio in plastica, prevalentemente provenienti da raccolta differenziata urbana (sono incluse le quantità provenienti dalle piattaforme da superfici private e dai consorzi autonomi). Alle cifre della gestione consortile, vanno aggiunti i quantitativi di imballaggi in plastica riciclati da operatori industriali indipendenti provenienti dalle attività commerciali e industriali (249500 tonnellate) per un riciclo complessivo di oltre 900 mila tonnellate.
Sono stati recuperati poi anche quegli imballaggi che ancora non possono essere riciclati; Corepla ha infatti avviato a recupero energetico 377807 tonnellate che sono state utilizzate per produrre energia al posto di combustibili fossili. Il materiale avviato a recupero da Corepla è stato destinato per il 75% a cementifici (43% in Italia e 32% all’estero) e per il restante 25% a termovalorizzazione.
Il servizio di raccolta e riciclo è ormai capillare in tutto il Paese: sono 7436 i Comuni serviti (94%) con il coinvolgimento del 97% dei cittadini. Il valore economico direttamente distribuito dal consorzio ammonta complessivamente a 771 milioni di euro, dove la quota di valore principale resta quella destinata ai Comuni e/o convenzionati da loro delegati. Nel corso del 2020 il corrispettivo riconosciuto da Corepla ai Comuni italiani o ai loro operatori delegati ha infatti raggiunto i 391 milioni di euro. Quasi 173 milioni sono stati destinati agli impianti che selezionano gli imballaggi dividendo la plastica per polimero e alcuni polimeri come il PET anche per colore, dando così maggior valore al prodotto selezionato.