Inchiostri da stampa e PTFE

Le nuove e più severe normative sull'uso di determinate sostanze chimiche possono comportare sfide significative per l'industria. Ad esempio l'impiego del PTFE negli inchiostri da stampa viene influenzato dalle nuove normative sul PFOA non solo in Europa, ma anche in Giappone e Stati Uniti.

Con un mercato globale del valore di quasi 20 miliardi di dollari nel 2020, gli inchiostri da stampa sono tradizionalmente impiegati soprattutto nella produzione di giornali e riviste. Il campo di applicazione, tuttavia, si va espandendo esponenzialmente nel settore degli imballaggi rendendoli nel contempo più attraenti agli occhi dei consumatori. Risulta quindi evidente che in futuro, il mercato degli inchiostri da stampa dovrà progredire di pari passo con l’evoluzione degli imballaggi flessibili e personalizzati.

Questa trasformazione è in parte già in corso in risposta all’inasprimento del quadro normativo riguardo all'uso di varie sostanze chimiche, solventi inorganici e metalli pesanti. Infatti, molte aziende operanti nel settore della stampa sanno che il politetrafluoroetilene (PTFE) viene utilizzato come additivo in alcune applicazioni commerciali per proteggere le etichette degli imballaggi lungo la catena degli approvvigionamenti e nei punti vendita.

Tuttavia, la possibile relazione tra il PTFE e i composti correlati alle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), in particolare l’acido perfluoroottanoico (PFOA), classificati in alcune norme come inquinanti organici persistenti, significa che oggi il PTFE è più che mai sotto osservazione e quindi soggetto in misura crescente a restrizioni in tutto il mondo. I composti correlati al PFOA sono regolamentati nell'Unione Europea da luglio 2020, e dal 5 luglio 2022 è in vigore un limite di 25 parti per miliardo per il PFOA, mentre il prossimo febbraio 2023 entrerà in vigore un limite di 25 parti per miliardo per l’acido perfluorocarbossilico (PFCA) C9-C14. Inoltre, la Commissione UE ha pubblicato una roadmap delle restrizioni nel quadro della strategia europea per la sostenibilità delle sostanze chimiche. Si tratta di uno snodo fondamentale nel percorso verso l’azzeramento delle emissioni inquinanti nell'ambito del Green Deal europeo. La roadmap delle restrizioni elenca le PFAS, di cui il PTFE può essere fonte, come destinatari di ulteriori restrizioni.

Cambiando area geografica, quest'anno l'agenzia giapponese per l'ambiente ha approvato il divieto di produzione, importazione e utilizzo di 56 composti correlati al PFOA in conformità con la legge sul controllo e sulle sostanze chimiche del paese. Anche l'agenzia statunitense EPA ha pubblicato lo scorso settembre una bozza di regolamento che prevede, per la prima volta, di segnalare il PFOA e l’acido perfluoroottansolfonico (PFOS) come "sostanze pericolose" ai sensi della legge federale Superfund. Ciò avviene proprio nel momento in cui vari stati USA chiedono di vietare a livello federale anche altre sostanze chimiche.

Le aziende dovrebbero quindi iniziare a prendere in seria considerazione la sostituzione del PTFE tradizionale con materiali alternativi privi di questa sostanza. Clariant, un produttore di specialità chimiche sostenibili e innovative con sede in Svizzera, ha sviluppato materiali “PTFE-free” che svolgono un ruolo cruciale nella modifica delle proprietà superficiali di inchiostri e rivestimenti, ad esempio la resistenza ai graffi, le proprietà di scivolamento, gli effetti opacizzanti e altro ancora.

Oltre agli additivi in polietilene a base di cera come Ceridust 3610 e Ceridust 3030, che hanno dimostrato la loro validità come sostituti di compound PE/PTFE, Clariant offre anche additivi basati su materie prime rinnovabili e sostenibili, con una costante attenzione alle prestazioni e all'ottimizzazione dei costi. Ottenuto da risorse rinnovabili, il compound cera/polimero Ceridust 8330 può sostituire gli additivi PE/PTFE negli inchiostri da stampa. Inoltre, assicura rese maggiori con meno additivo, è sostenibile ed è conforme ai requisiti legislativi.

Si tratta di un additivo rivoluzionario a prevalente base biologica, adatto a tutti i tipi di inchiostri da stampa, offerto in una granulometria media di circa 5,5 μm. Il suo mix di caratteristiche lo rendono un polimero flessibile e allo stesso tempo resistente, così come un potente additivo ad alta resistenza allo sfregamento valido per i sistemi di inchiostro di ogni tipo. Grazie a una resistenza allo sfregamento superiore rispetto ai materiali contenenti PTFE, Ceridust 8330 consente di ottenere una resistenza meccanica ancora più elevata. Tutto questo allunga la durata e migliora l’estetica del prodotto finale.

L'incertezza sui dettagli dei futuri cambiamenti normativi può rendere difficile affrontare questi problemi per le aziende. Forte del suo portafoglio e della sua ampia gamma di additivi sostenibili a base biologica per inchiostri, vernici e rivestimenti da stampa, Clariant ha adottato un approccio proattivo a favore della sicurezza e dell’ambiente per assistere i clienti in questo panorama incerto e in rapida evoluzione.

 

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