Le prime analisi relative ai dati dell’industria del packaging, riferiti all’anno 2023, mostrano una situazione che conferma l’andamento produttivo registrato nel 2022.
Barbara Iascone
Al momento di andare in stampa, non sono ancora disponibili i dati consuntivi del settore, ma quanto emerge è una produzione che cala dello 0,9% che, sommato al -0,6% dello scorso anno, porta le tonnellate di imballaggi prodotte al di sotto delle 18.000 t/000.
Produzione. I dati elaborati dall’ISTAT, per quanto riguarda l’andamento di ogni singolo materiale, sono correlati ai trend relativi ai principali settori di utilizzo, primo fra tutti il settore del food e a seguire quello delle bevande. Entrambe le aree sono saldamente legate all’industria dell’imballaggio e nel 2023 subiscono una battuta di arresto, registrando rispettivamente -1,5% e -4% circa.
A subire le ripercussioni dell’andamento negativo sono stati senza dubbio i materiali legati quasi esclusivamente ai due settori citati, per esempio acciaio e vetro.
Grazie ai trend positivi registrati invece nel cosmetico e nel farmaceutico, materiali come plastica e alluminio hanno trovato relativo giovamento dal punto di vista della produzione.
Fatturato. Si registra per contro un’inversione di tendenza nell’andamento del fatturato del settore packaging: dopo gli ingenti aumenti dei costi produttivi registrati nel 2022, che hanno fatto lievitare il fatturato del 15,4%, nel 2023 la situazione dovrebbe tornare a stabilizzarsi per quanto riguardi i costi produttivi. Tale scenario dovrebbe portare il fatturato dell’industria italiana dell’imballaggio a calare dell’1,2%, arrivando a circa 40,1 miliardi di euro.
Bilancia commerciale. L’analisi dei numeri riferiti al commercio estero ci mostra una situazione mai sperimentata fino ad ora. Dopo anni in cui le importazioni avevano evidenziato un quadro evolutivo di costante crescita tendenziale, nel 2023 arrivo il sorpasso rispetto alle esportazioni. Per la prima volta ci troviamo dunque davanti a un saldo negativo, dove le importazioni superano le esportazioni di circa 20.000 tonnellate.
Nel 2023 import ed export registrano andamenti tendenziali negativi, ma mentre le importazioni calano dell’1,6% le esportazioni diminuiscono dell’11,3%!
In oltre 15 anni le importazioni hanno registrato un tasso di crescita medio annuo pari al +6%, che deriva in buona parte dalla convenienza di intensificare la produzione in quei paesi dove i costi produttivi risultano essere più bassi. I materiali più colpiti da questo fenomeno sono i metalli (sia acciaio che alluminio) il vetro e la carta. Polonia e Turchia sono i paesi da cui l’Italia sembra importare di più, affiancati come sempre dalla Germania che rimane il nostro maggiore partner commerciale.
Utilizzo apparente. Tutti gli andamenti sopra analizzati portano a stimare un utilizzo apparente, che non tiene conto del movimento scorte, in crescita dello 0,7% ed evidentemente alimentato dalle importazioni.
Quotazioni. Nel 2023 le quotazione delle materie prime utilizzate per produrre imballaggi risultano tutte in calo, fatta eccezione per il vetro, che registra aumenti nella media dei prezzi dell’anno. Il che va a confermare l’andamento ipotizzato per il fatturato del settore.
Barbara Iascone
NOTA: Fonte Imballaggio in cifre ed. 2023 ed elaborazioni dati ISTAT 2024