Come ci si aspettava, la Commissione europea ha proposto il 30 novembre un regolamento per modificare la legislazione europea vigente in materia di imballaggi e rifiuti di imballaggi.
"Dopo aver affrontato il problema della plastica monouso, stiamo facendo il prossimo passo verso un futuro senza inquinamento. Le proposte di oggi riducono i rifiuti di imballaggio, promuovono il riutilizzo e la ricarica, aumentano l'uso della plastica riciclata e agevolano il riciclaggio degli imballaggi. I cittadini europei vogliono eliminare gli imballaggi eccessivi e quelli inutilmente voluminosi e le imprese sono pronte a rispondere con soluzioni e sistemi di imballaggio sostenibili e innovativi. Facciamo inoltre chiarezza su dichiarazioni riguardanti le plastiche a base biologica e le plastiche biodegradabili che danno adito a confusione, in modo che i produttori e i consumatori sappiano quali sono le condizioni che rendono tali plastiche realmente rispettose dell'ambiente contribuendo a un'economia verde e circolare”, ha dichiarato a riguardo Frans Timmermans (nella foto a sinistra), vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, sintetizzando gli scopi del regolamento.
Obiettivi principali
La proposta di revisione della legislazione dell'UE su imballaggi e rifiuti di imballaggio persegue tre obiettivi principali. In primo luogo, prevenire la produzione di rifiuti di imballaggio, ridurne la quantità, imporre restrizioni agli imballaggi inutili e promuovere soluzioni di imballaggio riutilizzabili e ricaricabili. Secondariamente, promuovere il riciclo di alta qualità ("riciclo a circuito chiuso"), rendendo tutti gli imballaggi presenti sul mercato dell'UE riciclabili in modo economicamente sostenibile entro il 2030. Infine, ridurre il fabbisogno di risorse naturali primarie e creare un mercato ben funzionante di materie prime secondarie, aumentando l'uso della plastica riciclata negli imballaggi attraverso obiettivi vincolanti.
Lo scopo principale è quello di ridurre i rifiuti di imballaggio pro capite per Stato membro del 15% rispetto al 2018 entro il 2040. Ciò porterebbe a una riduzione complessiva dei rifiuti nell'UE del 37% circa rispetto allo scenario che si prospetterebbe senza una modifica della normativa. Il tutto avverrà attraverso sia il riutilizzo che il riciclo. Per favorire il riutilizzo o la ricarica degli imballaggi, diminuiti fortemente negli ultimi 20 anni, le imprese dovranno offrire ai consumatori una determinata percentuale dei loro prodotti in imballaggi riutilizzabili o ricaricabili, per esempio per i cibi e le bevande da asporto o per le consegne relative al commercio elettronico. Inoltre, in una certa misura, è prevista la standardizzazione dei formati degli imballaggi e una chiara etichettatura degli imballaggi riutilizzabili. Per affrontare il problema degli imballaggi chiaramente inutili saranno vietate alcune forme di imballaggio, ad esempio quelli monouso per cibi e bevande consumati all'interno di ristoranti e caffè, quelli monouso per frutta e verdura, flaconi in miniatura per shampoo e altri prodotti negli hotel.
Molte misure sono volte a rendere gli imballaggi totalmente riciclabili entro il 2030; ciò include la definizione di criteri di progettazione per gli imballaggi, la creazione di sistemi vincolanti di vuoti a rendere su cauzione per le bottiglie di plastica e le lattine di alluminio e chiarire quali tipologie molto limitate di imballaggi dovranno essere compostabili, in modo che i consumatori possano gettarli nell'organico.
Infine, saranno introdotti tassi vincolanti di contenuto riciclato che i produttori dovranno includere nei nuovi imballaggi di plastica. Ciò contribuirà a rendere la plastica riciclata un prodotto di maggior valore, come dimostra l'esempio delle bottiglie in PET nel contesto della direttiva sulla plastica monouso.
Eliminare la confusione
La proposta mira anche a eliminare la confusione in merito a quali contenitori per il riciclo utilizzare per gli imballaggi: ogni imballaggio dovrà essere munito di un'etichetta che indichi di quali materiali si compone e in quale categoria di rifiuti dovrebbe essere conferito. I contenitori per la raccolta dei rifiuti avranno le stesse etichette e in tutta l'UE si utilizzeranno gli stessi simboli.
Così come dovrà essere eliminata ogni possibile confusione riguardo alle plastiche a base biologica, compostabili e biodegradabili. Affinché queste plastiche abbiano un impatto ambientale positivo devono essere soddisfatte diverse condizioni, altrimenti, per contro, aggraverebbero fenomeni come l'inquinamento da plastica, i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità. Il nuovo quadro della Commissione chiarisce in che modo queste plastiche possono far parte di un futuro sostenibile.
La biomassa utilizzata per produrre plastiche a base biologica deve provenire da fonti sostenibili, che non danneggino l'ambiente e rispettino il principio dell'"uso a cascata della biomassa": i produttori dovrebbero dare la priorità all'uso di rifiuti organici e sottoprodotti come materie prime. Per combattere il greenwashing ed evitare di indurre in errore i consumatori, inoltre, i produttori devono evitare definizioni generiche sui prodotti di plastica quali "bioplastiche" e "a base biologica". Nel comunicare il contenuto a base biologica, i produttori dovrebbero specificare la quota esatta e misurabile del contenuto di plastiche a base biologica nel prodotto (ad esempio: "il prodotto contiene il 50% di plastica a base biologica").
Per le plastiche biodegradabili viene indicata la strada della cautela. Il loro ruolo in un futuro sostenibile non viene messo in discussione, ma devono essere limitate ad applicazioni specifiche per le quali i benefici ambientali e il valore per l'economia circolare siano comprovati. Le plastiche biodegradabili non dovrebbero in alcun modo essere considerate un'autorizzazione a disperdere rifiuti. Inoltre, le loro etichette devono indicare in quanto tempo, in che circostanze e in quale ambiente si biodegradano. I prodotti che corrono un rischio elevato di essere dispersi nell'ambiente, compresi quelli contemplati dalla direttiva sulla plastica monouso, non possono essere definiti o etichettati come biodegradabili.
Infine, le plastiche compostabili a livello industriale dovrebbero essere utilizzate solo se presentano benefici ambientali, non incidono negativamente sulla qualità del compost e in presenza di un adeguato sistema di raccolta e trattamento dei rifiuti organici. Gli imballaggi compostabili a livello industriale saranno consentiti solo per bustine da tè, capsule e cialde di caffè, adesivi per frutta e verdura e borse di plastica in materiale ultraleggero. Andrà sempre segnalato che i prodotti sono certificati per il compostaggio industriale, in linea con le norme dell'UE.
Prossime tappe
La proposta sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio sarà ora esaminata da Parlamento e Consiglio europeo nell'ambito della procedura legislativa ordinaria. Il quadro strategico sulle plastiche a base biologica, le plastiche compostabili e le plastiche biodegradabili guiderà i lavori futuri dell'UE in materia, ad esempio nell'ambito delle specifiche per la progettazione ecocompatibile di prodotti sostenibili, dei programmi di finanziamento e delle discussioni internazionali. La Commissione incoraggia cittadini, autorità pubbliche e imprese a utilizzare tale quadro nelle decisioni a livello politico, di investimento o di acquisto.