DRS sì, DRS no

Più volte menzionato nei documenti di indirizzo europei come fattore importante per raggiungere gli obiettivi di circolarità dei sistemi europei di gestione dei rifiuti di imballaggio, il Deposit Return System (DRS) rimane ancora ad appannaggio degli impegni volontari dei grandi marchi internazionali aderenti ad alcune iniziative private - come quella della Ellen MacArthur Foundation “The new Plastic Economy" - e fatica ad essere inserito strutturalmente nei piani di gestione pubblici di molti stati europei.

Sebbene il concetto del deposito cauzionale sia vecchio di data e applicato prevalentemente nel settore del vetro, il diffondersi dell’usa e getta ha fatto presto abbandonare questa pratica virtuosa che ora torna all’attenzione degli amministratori pubblici richiamata dalle politiche europee a sostegno dell’economia circolare.

L’idea è relativamente semplice, trattasi di un sistema di raccolta selettiva nel quale chi compra una bevanda in bottiglia o in lattina paga un sovrapprezzo che gli sarà restituito quando avrà riportato indietro il contenitore. L’applicazione pratica presenta tuttavia alcune difficoltà. Necessita anzitutto un coordinamento fra il settore pubblico dei cosiddetti “Compliance scheme” (Conai in primis), e le iniziative indipendenti, fra cui ricordiamo ad esempio quella messa in atto dal Consorzio Coripet per le bottiglie in PET. Numerosi studi spingono per “promuovere un maggiore utilizzo delle risorse a ciclo chiuso attraverso l’attuazione di politiche di responsabilità estesa del produttore (Epr) e sistemi di deposito con cauzione (DRS) per supportare modelli circolari come il riuso e il riciclo”. I DRS possono svolgere un ruolo importante nel supportare e affiancare i sistemi di raccolta e avvio a riciclo degli imballaggi e gli obiettivi di gestione delle risorse; possono supportare modelli di riutilizzo; possono far registrare tassi di raccolta elevati (sino ad arrivare ad esempio al 98% per le bottiglie in PET); possono contribuire a fare risparmiare denaro pubblico in un passaggio dalla gestione dei rifiuti alla gestione delle risorse all’interno di una transizione verso l’economia circolare.

Altro ostacolo non indifferente è la reticenza di alcune categorie, dai produttori di imballaggi e materie prime, dall’industria delle bevande, dai rivenditori al dettaglio e in particolare dai gruppi della grande distribuzione (Gdo), che, come spiega bene il portale Economia Circolare nel suo approfondimento, temono di subire una contrazione nelle vendite delle bevande – per la maggiorazione dovuta alla cauzione –  oppure di dover fronteggiare ulteriori costi e impegni organizzativi legati al loro ruolo nella gestione di un sistema cauzionale.

Nel settembre del 2020 due Associazioni di settore, la Efwb, European federation of bottled waters, che rappresenta più di 500 produttori europei di acqua in bottiglia, e l’Unesda Soft Drinks Europe, che rappresenta i produttori di bibite che operano in Europa, tra cui Coca-Cola, Pepsico, Danone, Nestlé Waters e Red Bull, sottoscrivono una lettera aperta nella quale evidenziano quanto sia improbabile che tutti i Paesi membri possano raggiungere gli obiettivi di riciclo e di contenuto riciclato definiti dalla direttiva Sup (Single-use Plastics) qualora il sistema non si doti schemi di deposito e cauzione che potrebbero agevolare il raggiungimento dei risultati. Hans van Bochove, vicepresidente per gli affari pubblici e le relazioni con il governo dei partner europei di Coca-Cola, afferma nel documento: “Un DRS (Deposit return system) ben progettato consentirebbe all’UE di raggiungere più rapidamente i suoi obiettivi di raccolta per le bottiglie di bevande e garantirebbe anche quelle quantità di rPET adatto all’uso alimentare di cui le nostre le industrie hanno bisogno. Oltre a garantire un riciclo a ciclo chiuso, un DRS ridurrebbe anche la quantità di materiali vergini necessari all’industria, l’impronta di CO2 dell’Ue contribuendo così al raggiungimento degli obiettivi climatici”.

Il rapporto Global Deposit book 2020

La terza edizione del report Global deposit bookcurato da Reloop, piattaforma multi-stakeholder che promuove modelli di economia circolare, illustra come funzionano i sistemi di deposito già avviati in diversi stati e sottolinea quanto queste best-practices possano agevolare la transizione verso un’economia circolare per ciò che riguarda la gestione degli imballaggi a fine vita. Dal rapporto Global deposit book 2020, emerge che entro la fine del 2023 i sistemi di deposito cauzionale per i contenitori di bevande serviranno almeno 500 milioni di persone. Oggi sono 291 milioni.