Osservatorio quadrimestrale della filiera dell’imballaggio: situazione aggiornata ai primi cinque mesi del 2022.
Barbara Iascone
Istituto Italiano Imballaggio
In questa sede si rende uno spaccato dell’andamento dei comparti dell’industria manifatturiera dove più intenso è il consumo di imballaggi - con la loro conseguente evoluzione - suddivisi nelle macroaree food e non food.
I quadri evolutivi dei settori manifatturieri sono stati tratti dalle analisi settoriali elaborate da associazioni di categoria, banca dati dell’Istituto Italiano imballaggi o da Prometeia.
Come ormai appurato da diverso tempo il settore del packaging è strettamente legato all’andamento dell’attività manifatturiera, specie ai trend di quei settori ad alto utilizzo di packaging, alimenti e bevande, largo consumo, farmaceutico, cosmetico, ecc.
Dopo un 2021 tendenzialmente stabile, in base alle elaborazioni ISTAT, il primo trimestre del 2022 ha mostrato una ripresa del settore manifatturiero italiano, registrando per il periodo indicato un +2,3%, influenzato sia dal mercato interno (+2,7%) sia da quello estero (+1,3%).
Sempre con riferimento allo stesso periodo, le prime elaborazioni ISTAT vedono una crescita produttiva pari al +2,1% per i beni di consumo durevoli - ovvero apparecchi per uso domestico, mobili ed elettrodomestici ma anche veicoli - e pari al +2,8% di quelli non durevoli (prodotti alimentari e bevande, alcuni prodotti tessili, farmaceutici).
In base alle analisi realizzate da Prometeia sull’andamento dei settori dell’industria manifatturiera, ci dovremmo aspettare un trend 2022 decisamente ridimensionato.
Sul finire 2021 si era registrato un affievolimento degli andamenti tendenziali dei diversi settori, che risulta perfettamente in linea con il trend a livello mondiale.
I settori più strettamente legati all’industria degli imballaggi hanno comunque recuperato le perdite registrate nel 2020, riducendo al minimo in molti casi, e superandoli in altri, i livelli 2019.
Quadro economico generale
In base ai dati ISTAT (report giugno 2022) riferiti all’andamento tendenziale annuo, si attende una crescita del PIL italiano: dopo il +6,6% del 2021, si prevede un +2,8% per il 2022 e +1,9% per il 2023.
Nel biennio indicato la ripresa sarà guidata in prevalenza dalla domanda interna, che crescerà rispettivamente del +3,2% e del +1,9%.
Anche l’occupazione segnerà andamenti positivi: più marcato quello relativo al 2022 (+2,5%), intorno al +1,6% per il 2023.
L’economia mondiale è in rallentamento, e nei primi mesi dell’anno si è registrata una decelerazione diffusa in diversi paesi. La guerra in Ucraina ha indubbiamente amplificato le criticità già esistenti (aumento dell’inflazione, volatilità dei mercati finanziari, rialzi nei prezzi delle materie prime, sia energetiche che alimentari). Con queste premesse, la Commissione europea ha rivisto al ribasso le stime di crescita del PIL mondiale per il biennio 2022-2023, portandole rispettivamente a +3,2% e +3,5%.
Dopo una crescita nel 2021 pari al +5,5%, i volumi di esportazioni a livello mondiale, nel 2022, dovrebbero assestarsi intorno a un +0,8%.
Va anche sottolineato che, nel primo trimestre, gli Stati Uniti hanno registrato un PIL in leggero calo, -0,4%: un’inaspettata flessione congiunturale che non si verificava da due anni.
In base alle analisi del Centro Studi di Confindustria, il secondo trimestre mostra un generale clima di incertezza, dovuto al perdurare della guerra in Ucraina accompagnata dai rincari delle commodity. Anche la scarsità dei materiali con cui le imprese devono fare i conti quotidianamente stanno contribuendo a tale situazione. Si punta tutto al periodo estivo, dove ci si aspetta una ripresa dei consumi.
Per quanto riguarda l’export italiano, dopo aver registrato ancora un segno positivo nel mese di aprile, arrivano indicazioni negative per il mese di maggio.
In Eurozona, nel primo trimestre, l’inflazione continua a registrare trend in crescita (+8,1%) mettendo seriamente a rischio la ripresa dei consumi. Il trend risulta più contenuto in Italia (+2,7%).
Dopo un segno negativo già nel mese di aprile, la produzione industriale risulta in calo a maggio (-1,4%), da imputare in prevalenza al rialzo dei costi energetici. La variazione globale del secondo trimestre è dunque pari al -0,6% rispetto al trimestre precedente.
Il settore degli imballaggi
Per quanto riguarda il settore degli imballaggi, i dati disponibili riguardano solo le quantificazioni aggregate per il preconsuntivo 2021.
Le ipotesi evolutive rivelano una ripresa del settore, trainato dell’andamento positivo di alcuni settori strettamente legati al confezionamento, con il recupero delle perdite che hanno caratterizzato il 2020.
La produzione espressa in tonnellate dovrebbe registrare un incremento dell’1,5%, portando le tonnellate di imballaggio prodotte a superare le 16.800 tonnellate migliaia, raggiungendo quasi i livelli del 2019.
A supportare la produzione saranno indubbiamente le esportazioni, che registrano un tasso tendenziale del +5,7%; ma anche le importazioni registrano una crescita vivace, con un tasso di incremento pari al +21,9%.
L’utilizzo apparente, il quale non tiene conto di eventuali movimenti delle scorte, dovrebbe registrare una crescita del +3,4%, andando anch’esso a sostenere la produzione.
Per quanto riguarda le quotazioni delle materie prime utilizzate per produrre gli imballaggi, nella prima parte del 2022 si registrano andamenti diversificati per i differenti materiali.
I metalli - acciaio e alluminio - hanno vissuto un primo trimestre con prezzi in salita, calati poi nei due mesi successivi.
Per quanto riguarda i polimerici plastici in generale, l’andamento è stato esattamente inverso: leggero calo nei primi tre mesi dell’anno e rialzo nei mesi successivi.
Le quotazioni della carta hanno visto un progressivo rialzo dei prezzi nei primi cinque mesi dell’anno.