I rincari nei costi di energia e carta e la difficoltà a reperire materie prime colpiscono il settore della stampa e della cartotecnica. Assografici denuncia marginalità ormai minime e possibili fermi di produzione.
Allarme rosso da Assografici (Associazione Nazionale Italiana Industrie Grafiche Cartotecniche e Trasformatrici), che sottolinea la situazione critica in cui versa il settore nel nostro Paese, in linea con il panorama internazionale (monitorato da Intergraf, l’associazione europea dell’industria della stampa). A rischio la produzione di libri, giornali e imballaggi.
La stampa editoriale e commerciale
Settore già caratterizzato da una crisi strutturale ma capace di dare segnali di assestamento e tenuta (-2,4% la produzione nel 2018 e +1% nel 2019), è stato fortemente colpito dalla pandemia (-21,3% nel 2020) ma stava lentamente riprendendosi (+7,9% nei primi 9 mesi 2021). Una ripresa ora a rischio a causa della congiuntura internazionale e dei noti rincari di energia e materie prime. In particolare, i processi di stampa con rotative (fortemente energivori) non sono più sostenibili e sono a forte rischio fermata mentre i rincari sui prezzi della carta, difficilmente trasferibili a valle (su editori e grande distribuzione), erodono ogni marginalità dell’attività. Ad aggravare ulteriormente questo scenario, la scarsissima disponibilità di materia prima, in particolare della carta ad uso grafico di prevalente provenienza estera da pochi fornitori rimasti, impedisce di programmare le produzioni, mette a rischio il rispetto degli impegni contrattuali e frena ogni percorso di ripresa.
La cartotecnica e la produzione di imballaggi in carta, cartone e flessibile
La situazione non è migliore. Si tratta, fortunatamente per l’Italia, di settori in crescita (si pensi al cartone ondulato e allo sviluppo dell’e-commerce) e che stanno accompagnando la ripresa economica (+12,7% la produzione nei primi 9 mesi 2021) e la transizione green del Paese, anche grazie alle specificità e alle qualità dei nostri imballaggi (la fonte naturale e controllata della carta, la sua biodegradabilità e la sua riciclabilità; la leggerezza e il ruolo degli imballaggi flessibili nella conservazione degli alimenti). Anche in questi settori, però, oltre alle difficoltà nel riversare a valle gli incrementi dei costi energetici e delle materie prime, con un inevitabile pesante effetto sui margini dell’attività, preoccupa la difficoltà di reperimento della carta e delle altre materie prime. Sono diversi gli ondulatori che hanno già bloccato o rallentato l’attività per mancanza di carta per la produzione di cartone ondulato, gli etichettifici fermi per mancanza di supporti autoadesivi, i produttori di astucci pieghevoli e packaging che devono rinunciare o rinviare commesse. Non sono in gioco solo le sorti di oltre 3mila imprese e di 60mila addetti, o di un settore che vale 7,7miliardi di euro e che ha un saldo attivo della bilancia commerciale di 1,9 miliardi di euro, ma anche la possibilità di movimentare le merci e la loro disponibilità sugli scaffali dei supermercati, delle farmacie e dei negozi in generale.
Un mercato da riequilibrare
In Italia, anche grazie alla Federazione Carta e Grafica, le relazioni di filiera (con le cartiere, così come con le associazioni editoriali) sono ottime e aiutano a monitorare la situazione. Assografici però, alla luce delle criticità segnalate, lancia l’allarme e sostiene la necessità di urgenti interventi governativi mirati a contenere i rincari energetici e il loro effetti sul prezzo della carta nonché a riequilibrare il mercato di questa preziosa materia prima.