Continua a crescere la preoccupazione per l’incremento dei costi di produzione e lo shortage di materie prime e componentistica. Una sfavorevole congiuntura già in atto nel 2021 e che il conflitto in Ucraina ha aggravato ulteriormente.
L’incontrollato aumento dei costi energetici e la mancanza di materiali, con conseguente incremento dei prezzi per l’acquisto, rischia di mettere in serio pericolo la produzione di bloccare di conseguenza intere filiere, minando da un lato la forte ripresa in atto e dall’altro indebolendo la competitività internazionale della meccanica avanzata made in Italy.
I comparti delle macchine e delle attrezzature per la ceramica, la plastica, la gomma e l’imballaggio avevano già denunciato negli scorsi mesi la situazione critica che in questi giorni sta assumendo sempre più i toni dell’emergenza: nel giro di pochi giorni infatti, i costi energetici sono schizzati alle stelle e si stanno drasticamente riducendo le disponibilità di alcune materie prime essenziali per la produzione delle complesse macchine automatiche, a iniziare dagli acciai e dai metalli di cui le aree interessate dal conflitto sono grandi produttori.
A questo si aggiunge la difficoltà di reperire, se non con notevolissimi ritardi e a prezzi salatissimi, componentistica industriale, materie plastiche e argille. Un ulteriore colpo alla tenuta dei tre settori è dato dal blocco degli ordini degli impianti diretti in quelle zone e in quelle limitrofe.
Dopo un 2021 chiuso con una crescita che confermava la ripresa in atto nel paese - con un fatturato aggregato dei tre settori di oltre 15 miliardi di euro, in aumento del 13,2% rispetto al 2020 - Acimac (Associazione Costruttori Italiani Macchine e Attrezzature per Ceramica), Amaplast (Associazione Nazionale Costruttori di Macchine e Stampi per Materie Plastiche e Gomma) e Ucima (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il Confezionamento e l’Imballaggio) si uniscono all’allarme già lanciato da altri settori e rivolgono un appello alle istituzioni per avere aiuti immediati e duraturi e non palliativi temporanei.
Matteo Gentili, Presidente di Ucima ha dichiarato: “Se già alla fine dello scorso anno il rincaro dei costi di produzione e delle materie prime, i ritardi di consegna della componentistica, gli incrementi delle tariffe per i trasporti e la crescita smisurata dei costi energetici erano elementi che ci facevano stare in allerta, adesso il paese è vicino a fermarsi. Per evitarlo è fondamentale intervenire al più presto a livello nazionale ed europeo”.
I vertici delle tre associazioni chiedono a gran voce che Unione Europea e Governo nazionale si adoperino per scongiurare in futuro una situazione come quella attuale. Gli ultimi due anni, infatti, hanno mostrato tutte le fragilità dei sistemi di approvvigionamento globali. “Per questo è necessaria una seria politica industriale continentale che consenta alla manifattura nazionale ed europea di ridurre la sua dipendenza da materie prime e semilavorati provenienti da altre regioni” avvertono i tre Presidenti.