Dal bambù alla cellulosa per un imballaggio più green

Alter Eco, start up attiva nella produzione di packaging e di monouso per la ristorazione partendo da cellulosa ottenuta da scarti di lavorazione agricola - presente con un sito produttivo a Tivoli (Roma) e collegata ad Alter Eco Disposable, operatore italiano di prodotti monouso per la ristorazione - e Forever Bambù, azienda leader in Europa per la piantumazione e la gestione di foreste di bambù gigante, hanno dato vita al nuovo progetto di ricerca con l’Università La Sapienza dedicato alla produzione di cellulosa a impatto zero.

Le due aziende hanno deciso di unire le forze unendo per trasformare il legno di bambù in polpa di cellulosa, con metodo organico, per creare contenitori green riciclabili come carta, se puliti, e totalmente compostabili, se sporchi, come per le tazzine da caffè. Non da ultimo, anche la creazione di un progetto totalmente virtuoso rispetto all’impatto ambientale da CO2.

Mauro Lajo, AD di Forever Bambù ha commentato:

È un progetto molto ambizioso e insieme assolutamente raggiungibile. Gli studi che già da un anno stiamo portando avanti con La Sapienza sulla coltivazione organica e biodinamica del bambù sono la base migliore per pensare di raggiungere questo grandissimo obiettivo.

Claudia Corazzi, amministratore unico di Alter Eco Pulp ha aggiunto:

L’esperienza maturata in altri ambiti dal nostro team di R&D, come per esempio la creazione di cellulosa da paglia con metodo organico, ci fa essere molto confidenti sull’esito di questa ulteriore sperimentazione. Per noi questo nuovo binomio ha molteplici vantaggi e in primis l’azzeramento di CO2 dovuta all’importazione di materiale da trasformare. Le caratteristiche di rinnovabilità e non stagionalità del bambù rendono la biomassa sempre disponibile: davvero una rivoluzione che non vediamo l’ora di vedere realizzata.