Aliplast presenta le linee guida per la progettazione di packaging sostenibile per il settore cosmetico

Se per lungo tempo il packaging dei prodotti cosmetici ha faticato a tenere assieme ragioni commerciali e ambientali, oggi i principi di economia circolare orientano buona parte dell’innovazione nel settore della bellezza.

Nasce in questa cornice la partnership fra Cosmetica Italia - Associazione nazionale imprese cosmetiche e Aliplast, uno dei leader europei della plastica riciclata, società del Gruppo Hera, che prenderà parte alla prossima edizione di Cosmoprof Worldwide Bologna, dal 21 al 24 marzo 2024, punto di riferimento internazionale delle filiere della cosmetica. 

In occasione dell'appuntamento fieristico, Aliplast presenterà il white paper “Imballaggi in plastica nel settore cosmetico - guida per una produzione più circolare”, redatto insieme a Cosmetica Italia, un documento destinata ai produttori dell’industria cosmetica, contenente indicazioni per la progettazione di confezioni di prodotti cosmetici facilmente riciclabili.

Con un approccio molto operativo e semplice, la guida fornisce per ogni singola tipologia di contenitori plastici (in PET, in HDPE e PP, in PE e PP) suggerimenti sulla progettazione per garantire a fine vita la massima riciclabilità, in coerenza con gli indirizzi di Recyclass e SPICE (Sustainable, Packaging Initiative for CosmEtics), iniziative europee di riciclatori di plastica e industria cosmetica. Anche grazie al contributo del Team di Economia Circolare del Gruppo Hera, per ogni polimero vengono quindi forniti consigli su come progettare ogni componente del packaging: corpo principale, sistema di chiusura, colore del contenitore, strati di barriera, etichettatura, uso di inchiostri per decorazioni.

Obiettivo del documento e della partnership è promuovere la diffusione di imballaggi ricercati esteticamente e capaci di esaltare le funzionalità del prodotto ma, al tempo stesso, utili ad azzerare gli sprechi.

Evitare multistrato e attenzione ai colori
La carrellata di indicazioni è molto ampia. Alcune valgono per tutti i materiali. Ad esempio, è sempre consigliabile concepire il corpo principale in un unico materiale, evitando una struttura multistrato composta da più polimeri, che rendono più difficile la riciclabilità. Altre sono specifiche. Per quanto riguarda HDPE o PP, sono accettati tutti i colori, tranne i pigmenti non rilevabili dai lettori degli impianti di selezione plastica, come il carbon black. In ogni caso, è sempre preferibile l’uso di colori chiari per il contenitore, perché di più facile impiego una volta trasformato in plastica riciclata. Per i sistemi di chiusura degli involucri in PET si raccomanda poi l’uso di materiali a base di poliolefine, per assicurare la loro separabilità dal contenitore in PET. Inoltre, è da evitare l’utilizzo di componenti metalliche (come molle o sfere presenti nelle pompe o spruzzatori) che causano l’usura delle macchine e in alcuni casi possono fermare le operazioni di riciclo. Ma queste, appunto sono solo alcune delle dettagliate linee guida presenti nel paper.

Raccolte dedicate per le confezioni più piccole
Il White Paper si occupa anche del dimensionamento dei contenitori. Oggi, infatti, in particolare i packaging per il make-up, sebbene siano pienamente conformi alle regole del design per il riciclo, sono per la maggior parte esclusi dal percorso di riciclo classico, perché troppo piccoli per essere intercettati da vagli e separatori balistici degli impianti di selezione. Per questi, quindi, si potrebbero prevedere raccolte dedicate presso i punti vendita, lasciando magari il tappo attaccato all’imballaggio stesso.

Impatto ridotto di due terzi usando plastica riciclata 
Un altro focus è invece sull’impiego di plastiche riciclate per la realizzazione dei packaging, che può avere significativi vantaggi ambientali in termini di risparmio risorse e di decarbonizzazione. Il documento, ad esempio, cita uno studio Life Cycle Assessment (LCA) di Aliplast che attesta come un granulo in PET da materiale vergine emette impatta sulle emissioni di CO2 circa il triplo rispetto allo stesso granulo derivante da PET riciclato (3,04 kg contro 1,25 kg di CO2 equivalenti). Si tratta di un beneficio ambientale che, se comunicato con trasparenza al consumatore, può aggiungere un effettivo valore al bene.