Direttiva SUP: rischio di infrazione per l’Italia

L’Italia rischia di ricevere da Bruxelles una procedura di infrazione per l’errata applicazione della cosiddetta Direttiva SUP (Single Use Plastics), che vieta la commercializzazione di prodotti monouso in plastica, quali cannucce, agitatori per bevande, piatti, posate, bastoncini cotonati, asticelle per palloncini e alcuni tipi di contenitori in EPS per alimenti e bevande. Lo schema di decreto legislativo era stato notificato il 22 settembre 2021 alla Commissione, che ha inoltrato le sue osservazioni a dicembre. Tuttavia, nonostante la Commissione europea abbia emesso un parere circostanziato che evidenzia alcune difformità tra il decreto di recepimento nel nostro ordinamento e il testo originale, la direttiva è entrata in vigore in Italia il 14 gennaio 2022, dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

Il parere circostanziato della Commissione critica due punti del decreto legislativo di recepimento italiano, peraltro già al centro di un dibattito la scorsa estate: uno riguarda il sottile rivestimento in plastica (lining o coating), non compreso nella definizione di plastica dalla normativa italiana quando abbia un peso inferiore al 10% del peso totale del prodotto, che non costituisce un componente strutturale principale dei prodotti finiti; l’altro concerne l’esclusione dalla normativa italiana, ma non da quelle dell’Unione Europea, della plastica biodegradabile e compostabile per gli articoli monouso di cui è vietata l’immissione sul mercato.

Ad ogni modo, va considerato che il parere circostanziato della Commissione europea obbliga lo Stato membro a rinviare di sei mesi l’adozione del decreto legislativo modificato a decorrere dalla data di notifica, termine che scadrebbe il 23 marzo 2022. Tuttavia, essendo la legge di recepimento entrata in vigore il 14 gennaio scorso senza tener conto delle osservazioni di Bruxelles, l’Italia rischia una procedura di infrazione.

Da questo momento, le strade percorribili sono due: modificare una legge già entrata in vigore, oppure attendere le misure che prenderà la Commissione nei confronti dell’Italia.