Il vetro, un amico per l’ambiente

I contenitori in vetro rappresentano un marchio “doc” per la sicurezza alimentare e per l’ambiente. Impermeabili, chimicamente inerti, igienici, versatili, totalmente riciclabili sono uno “scrigno” sicuro per gli alimenti che contengono, e, soprattutto, sono in grado di preservarne le sostanze nutritive. Gli italiani ne sono consapevoli, tanto che il 96% raccomanda bottiglie e vasetti per conservare cibo e bevande e preferiscono contenitori in vetro quando si tratta di scegliere il vino (88%), alcolici (96%), birra (84%) e bevande analcoliche (76%).

Un focus sui contenitori per alimenti è stato al centro del convegno “La sfida sostenibile del sistema alimentare, il ruolo del packaging” organizzato da Assovetro (Associazione nazionale delle aziende che fabbricano e trasformano il vetro) in collaborazione con l’Università di Parma e Largo Consumo, all’interno di Cibus, il salone dell’alimentazione di Parma svoltosi dal 3 al 6 maggio, nell’ambito degli eventi organizzati da Assovetro per celebrare l’Anno Internazionale del Vetro. Infatti, lo scorso dicembre, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha deciso che il 2022 sarebbe stato l’anno internazionale del vetro, della pesca e dell’acquacoltura.

“Il contenitore in vetro - ha sottolineato Marco Ravasi, Presidente della sezione vetro cavo di Assovetro - è un perfetto esempio di economia circolare: da bottiglia e vasetto rinascono bottiglia e vasetto, senza alcuna perdita di qualità. Il vetro, inoltre, è sinonimo di sicurezza alimentare, grazie alla sua inerzia, e garantisce la totale integrità del prodotto che contiene, conservandolo gustoso e sicuro. Elemento quest’ultimo oggi al primo posto, dopo la pandemia. Ben il 67% degli italiani si è detto preoccupato, infatti, per la sicurezza alimentare e l’igiene dei contenitori”.

I consumatori premiano il vetro
Sono numerose le ricerche che promuovono a pieni voti i contenitori in vetro. Proprio un sondaggio europeo compiuto nel 2020 ha evidenziato che oltre un italiano su due ritiene il vetro la migliore soluzione per il packaging contro il rischio di contaminazione alimentare e, proprio gli italiani (il 74%) sono quelli che comprano di più, in Europa, i “dolci spalmabili” (marmellate, confetture, mieli ecc.) confezionati in vetro. Inoltre, da un’indagine realizzata nel 2021 da Feve (Federazione Europea dei Contenitori in Vetro) sulla percezione dei contenitori tra i consumatori, nell’area metropolitana di Bologna, emerge che il vetro, su un totale di quattro tipi di contenitori presi in esame (plastica, vetro, tetrapack, lattina) è considerato il miglior materiale per conservare la qualità e il sapore di cibi e bevande. Inoltre, secondo una ricerca sulla percezione di sostenibilità di vari materiali da imballaggio, realizzata nel 2020 da McKinsey in diversi Paesi europei, americani e asiatici, bottiglie e vasetti di vetro si aggiudicano i primi posti, vincendo anche in Italia per quanto riguarda la sostenibilità.

L’industria del packaging in vetro prima in Europa
L’industria italiana dei contenitori in vetro è al primo posto in Europa con il 21,3% della produzione e conta 14 aziende con 39 stabilimenti, 7.800 addetti, con un fatturato annuo di 2,4 miliardi di euro. Le previsioni dell’industria del vetro italiana, tra il 2020 e il 2024, mostrano un trend in crescita: + 500 posti di lavoro, la messa in opera di ulteriori 5 forni di fusione, con un investimento di 400 milioni di euro e un aumento della produzione di 500 mila tonnellate di packaging in vetro. Dal 2016 la produzione di contenitori è in costante aumento; anche i primi 9 mesi del 2021 hanno registrato un segno positivo: + 6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nei primi 9 mesi del 2021 le sole bottiglie sono arrivate a 3 milioni di tonnellate (+6%). Tra il 2019 e il 2020 le sinergie tra vetro e ambiente hanno registrato risultati positivi: la raccolta differenziata è aumentata del 2,6%, mentre il riciclo del 3,6%. Inoltre, tra il 2019 e il 2020, il tasso di riciclo è passato dal 77,3% al 78,6%, superando il target europeo del 75% entro il 2030, con l’obiettivo di raggiungere il 90% entro il 2030.