L’Italia presenta il piano nazionale per la ripresa e resilienza

La netta riduzione dei rifiuti plastici e tessili figura fra gli obiettivi da finanziare con i soldi del Recovery Fund.

Il 30 aprile 2021 era la data ultima perché ciascuno Stato membro presentasse il Piano nazionale di ripresa e resilienza per poter accedere ai fondi europei del Next Generation EU (Recovery Fund).

Lo strumento che ha istituito i fondi e regolato le condizioni per accedervi da parte degli Stati è il Regolamento 2021/241/Ue. All’interno di ciascun Piano nazionale dovranno figurare gli investimenti, i progetti, le azioni che verranno messe in pratica, gli obiettivi, le risorse e le tempistiche, per un ammontare totale di circa 235 miliardi di euro, di cui 191,5 sono le risorse europee del Next Generation Eu.

Il Recovery and Resilience Facility, noto anche come il dispositivo europeo per la ripresa e la resilienza, è la colonna portante di Next Generation UE, lo strumento ideato dalla Commissione europea al fine di aiutare gli Stati membri a fronteggiare le gravi conseguenze sociali, politiche ed economiche generate dalla pandemia da Covid-19. Next Generation UE prevede lo stanziamento di 750 miliardi di Euro a favore dei Paesi europei tramite i seguenti fondi:

  • Recovery and Resilience Facility;
  • React - EU;
  • Horizon Europe;
  • Fondo InvestEU;
  • Sviluppo rurale;
  • Just Transition Fund;
  • RescEU.

L’Italia ha raggiunto l’approvazione del suo Piano nazionale di ripresa e resilienza il 29 aprile 2021, licenziato dal Governo dopo il benestare del parlamento del 27 aprile 2021. Nel documento la Missione 2 è stata denominata “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, dove è dato ampio spazio allo sviluppo di nuovi impianti di trattamento e riciclo dei rifiuti organici e multi-materiale.

I piani nazionali per la ripresa e la resilienza, al fine di poter essere inizialmente approvati dalla Commissione europea e successivamente valutati positivamente dal Consiglio, devono destinare almeno il 37% delle risorse al settore green ed i progetti devono rispettare il principio “do no significant arm”, non arrecare un danno significativo all’ambiente. Nel PNRR italiano le risorse destinate alla Missione Rivoluzione verde e transizione ecologica ammontano a 59,33 miliardi di Euro così distribuite nelle quattro componenti:

  • 5,27 miliardi di Euro all’agricoltura sostenibile e all’economia circolare;

  • 23,78 miliardi di Euro alla transizione energetica e alla mobilità sostenibile;

  • 15,22 miliardi di Euro all’efficienza energetica e alla riqualificazione degli edifici;

  • 15,06 miliardi di Euro alla tutela del territorio e della risorsa idrica.

Le novità contemplate nella componente agricoltura sostenibile ed economia circolare sono numerose. Tra le linee progettuali della componente vi rientrano tra l’altro la realizzazione di nuovi impianti di gestione rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti, la strategia nazionale per l’economia circolare e il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti. In merito alla realizzazione di nuovi impianti di gestione rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti nel PNNR si legge come circa il 60% dei progetti si concentrerà nel Centro-Sud Italia considerata l’obsolescenza di molte strutture. Per ciò che concerne invece l’economia circolare il PNRR prevede:

lo sviluppo di un sistema di monitoraggio su tutta la penisola mediante l’utilizzo di satelliti, droni e tecnologie di Intelligenza Artificiale al fine di sorvegliare eventuali scarichi illeciti di rifiuti;

l’adozione entro giugno 2022 di una nuova Strategia nazionale per l’economia circolare.