L’analisi del ciclo di vita degli imballaggi è stato al centro del convegno “Imballaggi in legno e sughero tra tradizione e innovazione: dalla materia prima alla riciclabilità e compostabilità” una delle iniziative più interessanti di Ecomondo, la fiera internazionale dedicata alla sostenibilità. Ricerca pionieristica voluta da Assoimballaggi di FederlegnoArredo e condotta dall’Università di Firenze, che è uno strumento fondamentale per conoscere gli impatti generati da un singolo prodotto lungo l’intero ciclo di vita e fornisce i dati per comprendere gli ambiti in cui intervenire per migliorare le performance lungo tutta la filiera di un comparto che fattura circa 2,5 miliardi di euro, come attestano i dati del Centro Studi FederlegnoArredo, composto da circa 2 mila aziende e occupa circa 17 mila addetti.
Gli imballaggi industriali in legno oggetto dello studio sono un prodotto strategico per la logistica italiana e vengono utilizzati per trasportare in modo sicuro merci di qualsiasi dimensione. Progettati su misura, rappresentano un prodotto unico nel suo genere, i cui benefici ricadono su produttori, rivenditori e consumatori. Lo studio mette in evidenza che l’intero ciclo di vita di un imballaggio industriale, calcolato con il metodo “cradle to grave” (dalla culla alla tomba), è in grado di assorbire più CO2 di quanta ne emetta, avendo quindi complessivamente un impatto positivo. Assolta la loro funzione di trasporto, possono essere facilmente riciclati per produrre altri prodotti a base legnosa, come ad esempio i pannelli per i mobili, mantenendo stoccata la CO2.
Il convegno ha anche offerto un’analisi approfondita della filiera dell’imballaggio: dalla gestione sostenibile delle foreste alla riciclabilità del prodotto finale. Per quanto riguarda la gestione delle foreste, un aspetto strettamente correlato allo studio Lca riguarda gli impatti dei trasporti per l'approvvigionamento delle materie prime, oggi prevalentemente importati da altri paesi Ue o extra Ue. Una delle sfide importanti in questo ambito è riuscire a sviluppare filiere forestali nazionali, consapevoli che queste possono portare grandi benefici sia in termini ambientali, con la riduzione degli impatti dei trasporti, ma anche sociali ed economici.
Proprio in questo ambito sta lavorando FederlegnoArredo, uno dei soci fondatori del Cluster Italia Foresta Legno, che ha l'obiettivo di supportare progetti che promuovano filiere forestali corte.
Assoimballaggi si sta occupando anche di affrontare alcuni paradossi legati alla compostabilità: il legno è utilizzato dagli impianti di compostaggio come innesco per avviare il processo di compost, ma non risulta conforme allo standard europeo di riferimento EN13432 a causa dei tempi di decomposizione più lunghi. In questo periodo è in discussione l’aggiornamento dello standard europeo, e Assoimballaggi ha chiesto una modifica per correggere questa distorsione. Il legno, infatti, è un materiale biodegradabile e compostabile.
La filiera del legno-arredo è un esempio virtuoso di economia circolare: gli imballaggi in legno, (pallet, casse, cassette), una volta terminato il proprio ciclo di utilizzo, subiscono un processo per cui divengono componenti di pannelli in legno che, a loro volta, serviranno a costituire arredo. FederlegnoArredo ha lavorato con le associazioni europee di categoria per salvaguardare il riconoscimento positivo di tale processo, messo a rischio dalla definizione inizialmente fornita dalla bozza del testo del Regolamento Europeo Imballaggi. A tutela di un sistema integrato e virtuoso, il materiale che può essere reimmesso nella filiera a seguito del processo di riciclo - anche per finalità differenti dall’imballaggio da cui deriva - è stato definito dall’Unione Europea “riciclo di alta qualità”.
Un risultato che consente di preservare la sostenibilità degli imballaggi in legno, comprese cassette in legno e imballaggi industriali, riaffermando che la qualità del riciclo sia legata non al mantenimento del medesimo utilizzo ma al beneficio ambientale generato.