Mercato e packaging

Dati, previsioni e tipologie di confezionamento di un settore che nel complesso ha saputo reggere, pur con qualche difficoltà, alla crisi pandemica. 

Barbara Iascone
Istituto Italiano Imballaggio

Le categorie merceologiche che rientrano in quest’analisi sono molteplici e la loro produzione si suddivide tra mercato interno ed estero. Ai fini del report, sono stati considerati solo i prodotti industriali confezionati: il pane industriale (ma non quello venduto sfuso) e i suoi sostituti (cracker, grissini, crostini, eccetera), i biscotti e le fette biscottate, le brioches e le merendine, i dolci e la piccola pasticceria confezionata, i cereali, sia quelli pronti per la colazione che gli snack in barrette, e infine i prodotti da ricorrenza (panettoni, colombe pasquali, eccetera.). In termini di fatturato, il settore rappresenta circa il 4% dell’intera industria alimentare.

I dati 2020
In base ai dati elaborati attraverso la Banca dati dell’Istituto italiano Imballaggio, nel 2020 il comparto ha superato le 1.570 t/000 per quanto riguarda la produzione, registrando un trend in crescita del 2% circa.

In un anno anomalo, questo risulta essere uno dei pochi settori in territorio positivo: il calo del mercato interno e delle importazioni (-7,8%) è stato infatti compensato dall’incremento delle esportazioni (+1,6%), che hanno trainato la produzione verso il segno più, rappresentandone il 47% circa e concentrandosi in prevalenza nel settore biscotti.

Tra le diverse categorie merceologiche, proprio l’area biscotti guida la crescita dell’intero comparto, con una share del 40,5%. Seguono il pane industriale e i suoi sostituti (cracker, grissini e similari) con il 24,2%. Le merendine e torte confezionate rappresentano il 14,7% e la pasticceria confezionata l’8,6%. Infine, troviamo i prodotti da ricorrenza con il 7,4% e i cereali con il 4,6%.

Le ipotesi 2021
Per quanto riguarda l’anno appena trascorso, non sono ancora disponibili dati definitivi. Le previsioni indicano però un settore in salute, con una produzione che dovrebbe confermare la crescita già registrata nel 2020 (2%). A sostenere la produzione saranno sempre le esportazioni, di cui è atteso un aumento tendenziale del 15%, che farebbe balzare al 53% la quota di produzione italiana destinata ai mercati esteri.

Anche le importazioni dovrebbero registrare un segno positivo (6%), ma questo non basterebbe a sostenere il mercato interno, che dovrebbe registrare un calo intorno al 3%.

Dalle prime elaborazioni sui dati dei consumi del 2021 (fonte Nielsen), i cali sono attesi per molte categorie merceologiche del comparto, in primis per i biscotti, che dovrebbero scendere del 4%. Decrementi anche per il pane industriale e i suoi sostituti (3% circa) e la pasticceria industriale (1,7%); in rialzo invece le merendine e le torte confezionate di circa l’1,5%.

Il confezionamento: trend e materiali
Considerando l’intero comparto, il mix del packaging è rappresentato per il 97,8% delle confezioni da imballaggi accoppiati flessibili, siano essi a prevalenza plastica o carta. Seguono con l’1,3% le buste di plastica. Il restante è suddiviso tra astucci di cartoncino con lo 0,8% e una piccolissima quantità di scatole di acciaio, le scatole fantasia, allo 0,1%.

Questo perché l’input principale nella scelta del confezionamento di questi prodotti è la capacità di mantenere la freschezza del contenuto e preservarne le caratteristiche qualitative (morbidezza, fragranza e, in alcuni casi, croccantezza). Negli ultimi anni, le istanze di rispetto ambientale e sostenibilità hanno guidato la progettazione di soluzioni d’imballaggio realizzate con materiali biodegradabili e compostabili, a basso impatto ambientale, riciclabili al 100%.

Se l’imballaggio in accoppiato è la tipologia di confezionamento più utilizzata in tutti i settori merceologici, possono però variare le tipologie di materiali utilizzati. Per esempio, per quanto riguarda i biscotti, il 96% degli imballaggi è rappresentato da buste flessibili in accoppiato a prevalenza carta, il 2,3% è rappresentato da sacchetti di plastica, e l’1,5% da astucci di cartoncino. Le scatole fantasia in acciaio costituiscono il restante 0,2%.

Par quanto riguarda il mix del packaging in riferimento alle altre categorie merceologiche, il confezionamento è rappresentato esclusivamente dalle buste in accoppiato flessibile da converter in plastica.

Alcune tipologie di prodotti, come le merendine o i cracker, presentano più imballaggi per ogni confezione, per via delle necessità di distribuzione. In entrambi i casi la monoporzione viene confezionata in una bustina di plastica composta da monofilm 20/30 micron di PP, e le singole monoporzioni sono a loro volta collocate all’interno di un multipack, in genere un astuccio in cartoncino. Il tutto viene racchiuso in una busta flessibile in accoppiato da converter. Stessa situazione per il confezionamento dei cereali, sia da colazione che per le barrette.

Nel 2020, l’intero settore ha movimentato per la produzione un quantitativo di imballaggi pari a circa 200.000 tonnellate, compresi imballaggi primari, secondari e da trasporto, delle quali circa la metà riferita ai prodotti in esportazione. I dati relativi al mix del packaging si riferiscono al 2020, ma tale suddivisione rimane stabile negli anni, rendendo costanti nel tempo i posizionamenti delle diverse tipologie di imballaggi.

La sfida negli anni futuri rimarrà quella di fornire packaging sempre più sostenibili e facilmente riciclabili.