Le contraddizioni del PPWR secondo Pro Food

Macfrut 2024, fiera dedicata al settore ortofrutticolo in programma a Rimini dal’8 al 10 maggio, è stata scelta da Pro Food, il gruppo produttori di imballaggi per alimenti freschi in seno a Unionplast, per mettere in evidenza i numerosi paradossi del Regolamento imballaggi e rifiuti di imballaggi (PPWR) alla presenza degli operatori della filiera che più direttamente sarà coinvolta dal nuovo provvedimento.

Fin dall’avvio del percorso legislativo del regolamento Pro Food, si legge in una sua nota stampa, ha presentato in tutte le sedi nazionali ed europee motivate ragioni per evitare la messa al bando degli imballaggi in plastica per ortofrutta, decisa in nome della lotta agli imballaggi non necessari e di una presunta maggiore sostenibilità; una misura non supportata dalla valutazione d’impatto realizzata dalla Commissione europea, ma messa in discussione da studi scientifici in base ai quali l’eliminazione degli imballaggi plastici non comporta affatto alcun miglioramento ambientale, anzi, in molti casi ne peggiora l’impatto.

Anche se il Parlamento europeo aveva recepito tutte le osservazioni di Pro Food, continua la nota, al riguardo, il testo scaturito dall’accordo fra Consiglio e Parlamento europeo non tiene conto delle critiche mosse al PPWR e di fatto vieta gli imballaggi per ortofrutta, danneggiando così non solo il comparto dei produttori di imballaggi in plastica, (un’eccellenza italiana in Europa), ma tutta la catena del valore fino al consumatore finale. Una scelta che danneggia anche l’intero sistema del riciclo.

Pro Food elenca poi gi altri impatti negativi generati dal PPWR:

- riduzione della vita a scaffale: non vi sono dubbi che gli imballaggi in plastica prolungano la vita dei prodotti e che la loro eliminazione porterà, oltre a una riduzione del raggio d’esportazione delle eccellenze ortofrutticole italiane, un ulteriore aumento dello spreco alimentare, che nel 2023 ha già superato 4,2 milioni di tonnellate per un valore di 13,2 miliardi di euro;
- minore igiene e sicurezza alimentare che la vendita di prodotti sfusi non può garantire;
- aumento dei costi;
- minore praticità.

Per tutta la filiera si renderanno infine necessarie modifiche di processi logistici oggi efficaci ed efficienti.

Secondo il gruppo produttori di imballaggi per alimenti freschi, quelle introdotte dal PPWR sono misure paradossali di stampo draconiano per arrivare a un modesto risparmio dello 0,68% di emissioni di CO2 previsto dall’applicazione di tutto il PPWR, che mette a rischio intere filiere produttive, oppure dalla messa al bando delle vaschette in PET, che contengono già oggi il 70% di materiale riciclato e sono a loro volta riciclabili, ben oltre quanto previsto per il 2040 dallo stesso PPWR.

In definitiva, Pro Food si chiede se non sia paradossale mettere in crisi un’intera filiera e le aziende italiane di un settore di primo piano in Europa quando gli imballaggi in plastica per ortofrutta rappresentano solo l’1,5% di tutti gli imballaggi per alimenti.

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