Immagine di macrovector su Freepik
di Antonio Mauri
Dalla seconda indagine promossa da Alpla, produttore austriaco di packaging, nell’ambito dell’iniziativa “La plastica è cambiata, cambia idea sulla plastica”, emerge l’importanza del recupero e riciclo degli imballaggi plastici, ma soprattutto aumenta la percezione della plastica quale materiale idoneo a garantire una migliore conservazione degli alimenti.
La seconda edizione della ricerca ha messo in luce alcune tendenze che permettono di comprendere come la plastica, i suoi impieghi e il suo impatto sulla vita di tutti i giorni siano oggi percepiti dal consumatore. Come per la prima edizione, svoltasi nel 2021, l’inchiesta è stata effettuata su un campione rappresentativo della popolazione italiana a livello di età (18-54 anni) e genere.
Uno degli spunti più interessanti della ricerca è arrivato dalle risposte date sul tipo di consumo e sulle relative performance degli imballaggi plastici. Alla domanda “In quale ambito consumi maggiormente la plastica?”, il campione che ha indicato l’alimentare è passato dal 72% all’89% a svantaggio del settore farmaceutico/cosmetico, sceso dal 24% al 9%. Una tendenza netta, probabilmente in conseguenza della crisi pandemica, che ha dato vita a nuovi comportamenti di acquisto dei consumatori, che abbinano la plastica più alla spesa alimentare piuttosto che ad altri beni.
Parimenti interessante è la percentuale degli intervistati che, alla domanda “Gli imballaggi in plastica consentono una migliore conservazione del cibo?”, hanno risposto affermativamente. Ebbene, se gli indecisi sulle proprietà funzionali della plastica legate alla conservazione degli alimenti, rispetto ai precedenti risultati, si mantengono su una soglia stabile intorno al 30%, coloro che sostengono che la plastica favorisce il mantenimento della freschezza dei cibi balza dal 29% al 36%. Anche in questo caso, la recente pandemia ha forse inciso sulla percezione della plastica quale materiale pratico e idoneo alla migliore conservazione degli alimenti, anche dal punto di vista igienico. Questo aspetto va evidentemente correlato alla necessità di dover provvedere a recuperare scorte a lungo termine non solo di cibi a lunga conservazione, ma anche di alimenti freschi.
Inoltre, in fase di acquisto, un consumatore su due dichiara di porre “abbastanza” attenzione al tipo di confezione, ovvero alla sua sostenibilità e riciclabilità. Tuttavia, vi è ancora una percentuale consistente (22%) di acquirenti che non si sofferma su questo aspetto, nonostante i dati di questa seconda indagine pongano in chiara evidenza quanto i consumatori considerino importante il riciclo: il 41% rispetto al 33% della prima edizione assegna a questo tema il punteggio più alto.
Da ultimo, si conferma la necessità di disporre di maggiori informazioni da fonti ufficiali - non solo dagli enti e dalle autorità preposte, ma anche dagli stessi produttori - per evitare errori nella differenziazione dei rifiuti. Come accade in molti altri settori, il principio di diffusione della cultura si configura uno degli elementi di maggiore stimolo all’impegno collettivo verso la responsabilità ambientale.